‍Come è iniziato tutto?‍

«La mia formazione è tecnica: sono laureata in Ingegneria. Poi ho frequentato un corso di formazione presso la Staging and Redesign School di Bologna. Lì ho conosciuto l’emozione, l’atmosfera, l’identità.

Per un po’ ho inseguito la carriera, quella fatta di risultati da spuntare e traguardi da raggiungere. Ma mi mancava qualcosa. Ho capito che stavo lasciando indietro la mia vera essenza.».

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E così sei tornata a casa…‍

«Sì. Sono tornata nell’azienda di famiglia, che dal 1970 si occupa di edilizia pubblica. È un sapere solido, radicato, che ho sempre respirato. Insieme a mio fratello abbiamo pensato: perché non portare questa esperienza anche nel privato? Perché non creare qualcosa capace di parlare a chi, da fuori, sogna di vivere l’Italia?»

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E nasce A Quiet Home.‍

«A Quiet Home nasce dal bisogno di rallentare. Credo che il vero lusso oggi sia vivere con autenticità. Ci siamo dimenticati le tradizioni semplici e belle: il profumo del caffè caldo al mattino, il fermarsi a guardare un tramonto.

Per me il design non è solo estetica. È creare luoghi che abbiano senso. Uso materiali naturali, colori che portano calma. Voglio che chi entra in una nostra casa si senta in un rifugio, un posto dove può togliersi tutte le maschere. ».

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Come descriveresti il vostro approccio?‍

«Non arrediamo solo spazi: costruiamo esperienze di vita. Ogni progetto nasce ascoltando la persona che lo vivrà. Non ci fermiamo al bello: andiamo oltre, fino all’essenza.

Perché una casa, quando è quella giusta, non ti accoglie soltanto. Ti riconosce. ».

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